La pratica dello zazen (la meditazione zen) ferma la nostra frenetica attività’, tranquillizza la nostra mente-scimmia scatenata. La mente-scimmia ama accompagnarci ovunque andiamo. E’ il continuo dialogo interiore e i continui commenti che rovinano tutto ciò’ con cui veniamo in contatto e ci impedisce di stare davvero con ciò’ che si presenta. Eterno sottofondo della nostra vita, lo applichiamo a tutte le persone che incontriamo, a tutti i rapporti. E poi ci meravigliamo di non riuscire ad innamorarci.
Entrando nello spazio dello zendo (centro di pratica zen), spoglio, silenzioso ed aperto, la mente-scimmia sembra diventare ancora piu’ scatenata. Ovviamente non e’ cosi. Si tratta soltanto del fatto che, in assenza di ogni fonte di distrazione, contattiamo e vediamo quello che e’ continuamente in atto dentro di noi. Le porte della consapevolezza si sono socchiuse, e possiamo rimanere davvero stupiti da ciò’ che vediamo.
Quando Henry arrivo’ per la prima volta allo zendo, disse: “Ero cosi stupefatto dai miei violenti commenti competitivi su tutto, che sono quasi caduto dal cuscino. Ero scroccato, sconcertato. Chi era quella persona che viveva dentro di me? Da dove era venuta? Per quanto tempo aveva vissuto la mia vita?”
Henry non aveva mai capito i suoi fallimenti amore. Ma rimanendo seduto sul cuscino, inizio’ a comprendere: se dentro di lui c’e’ davvero una simile furia, come avrebbe potuto dare o ispirare fiducia? Come avrebbe potuto sapere qual era il passo successivo da fare?
‘Semplicemente sedendo’, Henry riusci’ a calmarsi e a capire di essere in grado di liberarsi della sua turbolenza interiore, diventando capace di’ semplicemente essere’ con un altro. A tempo debito si senti’ pronto per un rapporto, che questa volta prese una forma completamente nuova.
- Brenda Shoshanna Lukeman